Includi: tutti i seguenti filtri
× Nomi Pirandello, Luigi <1867-1936>
× Soggetto Pirandello Luigi

Trovati 10 documenti.

PirandelloLuigi.jpeg-imported from BMW2
0 0
Monografie

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Maschere nude / Luigi Pirandello

Milano : Mondadori

I classici contemporanei italiani

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Uno, nessuno e centomila / Luigi Pirandello ; introduzione di Giovanni Croci ; cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi e bibliografia a cura di Corrado Simioni

Milano : Mondadori, 1967

Gli Oscar ; 99

Abstract: Vitangelo Moscarda, chiamato dalla moglie Gengè, partendo dalla scoperta di avere il naso lievemente storto, si avventura in una serie di ricerche speculative che lo porteranno alla rovina. Ma si tratta davvero della rovina? La banalissima constatazione, riguardante l’altrettanto banale difetto fisico, gli provoca la consapevolezza di essere visto e giudicato dagli altri in modi molteplici e differenti, di essere visto in “centomila” prospettive diverse e inconciliabili. Progressivamente, egli è assillato dal bisogno di scoprire un’immagine obiettiva di sé. Nel tentativo di uscire da questa situazione inizia a commettere azioni impreviste, capovolgendo le convinzioni che gli altri si sono fatti sul suo conto, scopre contraddittoriamente di saper essere crudele o generoso, disinteressato o egoista, fino a comunicare la propria “pazzia” a un’amica della moglie che durante un singolare amplesso lo ferisce con un colpo di pistola. Gengè è nei guai fino al collo, ma anche questa è una “finzione” della società alla quale si oppone. In effetti egli continua le sue ricerche in un ospizio, dove finirà a vivere il resto dei suoi giorni e nel quale scoprirà, amaramente appagato, che l’uomo è immerso in un continuo flusso durante il quale muore e rivive ogni istante; l’unica immagine possibile di sé consiste nelle cose, nella natura, nell’aria che riflettono e rendono eterna la parte veramente viva di ogni creatura. Una volta giunto a essere ritenuto pazzo, Vitangelo si dichiara soddisfatto di questa conclusione che “non conclude”, accetta di rinascere «nuovo e senza ricordi: vivo e intero… in ogni cosa fuori», totalmente escluso dalla vita sociale e dalla visione comune degli uomini. L’alienazione di Moscarda consiste nella totale scomposizione dell’io, nell’impossibilità di calarsi in un qualunque tipo di ruolo, perché la realtà muta incessantemente e nulla può interromperne il flusso. Si può tranquillamente affermare che in questo romanzo la filosofia pirandelliana trovi totale compimento e si dispieghi al massimo delle sue potenzialità. Il protagonista dell’ultimo romanzo del narratore siciliano assorbe in sé e supera tutti i personaggi presenti nei romanzi e nelle novelle dello scrittore. Non a caso il testo recupera materiali che erano andati via via accumulandosi nel corso degli anni sulla scrivania dello scrittore. L’opera è considerata un riepilogo di tutta l’attività, narrativa e teatrale di Pirandello, qualcosa di compiuto nella forma e incompiuto nella sostanza. Il romanzo «più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita» (così afferma l’autore in una lettera autobiografica) mette in scena il personaggio più “smontato” e più carico di autoconsapevolezza del mondo pirandelliano, fortemente desideroso di tornare alla freschezza dell’impressione immediata. Anche l’andamento stilistico appare involuto e franto, organizzato in un monologo ricco di interrogazioni ed esclamazioni, proprio per affermare l’impossibilità di una conoscenza organica e coerente della persona e del mondo stesso.

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Il fu Mattia Pascal / Luigi Pirandello ; introduzione di Giovanni Croci ; Cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi e bibliografia a cura di Corrado Simioni

ed. 17

Milano : Mondadori, 1985

Gli Oscar ; 31

Abstract: Il protagonista, Mattia Pascal, si trova costretto a ricostruirsi un’identità perché, in seguito alla sua presunta morte, deve crearsi un personaggio tutto nuovo inventandogli un passato e perciò si trova a vivere in una situazione alquanto strana. Un uomo e due vite. La prima parte del romanzo e' molto narrativa; infatti racconta della sua gioventù trascorsa nell'ozio e nell'agiatezza più sfrenata senza curarsi minimamente della sua situazione finanziaria, poiché sua madre aveva preso la decisione di far amministrare tutto il patrimonio lasciatole dal marito, morto in seguito ad un naufragio, ad un certo Malagna, che si era offerto volontariamente di aiutare la vedova Pascal nella gestione del patrimonio, ma che in realtà aveva come unico fine quello di frodare la famiglia e di speculare sull'eredità. Mattia Pascal narra delle sue prime avventure amorose, dapprima con Oliva, da cui avrà un figlio, ma che non sposerà mai, perché già fidanzata con il Malagna, ed in seguito con Romilda Pescatore, la ragazza che inizialmente Mattia voleva far fidanzare col suo amico Pomino, ma che poi sposerà in seguito ad un fidanzamento e da cui avrà due figli che moriranno pochi mesi dopo. Questo matrimonio non fu altro che la rovina sia economica sia psicologica di Mattia, perché causo' una serie di disagi, grazie soprattutto alla suocera, la ved. Pescatore, (che era contraria al matrimonio tra i due) che lo condurranno al punto di fuggire da casa. Dovette abbandonare il posto di bibliotecario fattogli assegnare dal padre di Pomino, che gli aveva dato modo di guadagnarsi da vivere. Infatti Pascal era un classico incompetente neanche tanto istruito e perciò era molto difficoltoso per lui trovare un lavoro, soprattutto per i problemi finanziari in cui si trovava. Dopo la sua scomparsa, si reco' a Montecarlo dove la fortuna l’assisti' e gli fece vincere al casino' oltre ottantamila lire, ma nel frattempo vicino al canale all'interno del suo podere della Stia venne trovato il cadavere di un uomo che gli somigliava perfettamente e che tutti identificarono come Mattia Pascal. Mentre tornava a casa, sul treno, mentre leggeva un giornale, trova il necrologio con scritto il suo nome e questo fatto sconvolge radicalmente la sua esistenza. Infatti dapprima decide di rientrare a Miragno, la sua città, per smentire la notizia, ma poi si rende conto che non e' il caso di tornare a casa per farsi defraudare dai suoi creditori e tornare alla monotona vita di sempre, perciò prende la decisione di cambiare vita. E' proprio quest’evento la scintilla che fa nascere, o forse emergere, il suo desiderio di libertà suprema che lo farà vivere per oltre due anni viaggiando senza meta, costretto ad inventarsi una nuova identità e una nuova vita per paura di ridar vita ad una persona ormai creduta morta. Infatti nel costruire il personaggio di Adriano Meis deve tener conto di tanti particolari in modo da non destare alcun sospetto riguardo la sua vera identità. Dopo aver viaggiato per molte città decide di stabilirsi a Roma dove trova alloggio in casa del Sig. Anselmo Paleari, un anziano borghese squattrinato ormai solo accecato dalla fissazione dell'occulto e dal mondo della magia. In casa vive anche un’ex pianista, la signorina Caporale, zitella ossessionata dalla sua bruttezza e dalla mancanza di un uomo. Il Paleari tiene in casa con se la figlia Adriana che accudisce alla casa e si prende cura sia della caporale che di Adriano Meis, soprattutto nel periodo della convalescenza. Infatti Mattia Pascal era strabico per via della cateratta e fu questo un particolare che gli fece pensare di cancellare definitivamente la sua vecchia personalità facendosi operare e cambiando cosi' il suo aspetto che non gli era mai piaciuto. Col passare dei mesi il protagonista s’innamora di Adriana e giunge fino quasi al punto di decidere di sposarla, ma una serie di problemi alla fine gli fanno cambiare idea in modo del tutto inaspettato. Infatti Adriano non avrebbe mai potuto sposarla perché in realtà era un altro, Mattia Pascal, che era a sua volta sposato con Romilda Pescatore. Tuttavia, in seguito ad un furto operato dal fratello del Paleari, Adriano Meis decide di tornare a Miragno per riprendersi la sua vera identità che aveva perso non a causa della sua presunta morte, ma solamente per sua volontà. Il cambio di identità gli ha creato molti problemi: nel caso in cui avesse avuto bisogno di enti pubblici, lui risultava essere morto. Si è reso conto che solo Romilda e la madre si sono liberate di lui e non il contrario, perché si sente in prigione e non può entrare in relazioni strette di amicizia con nessuno per non svelare la sua vera identità. Lascia quindi un biglietto d’addio su un ponte firmato Adriano Meis, in modo da far credere di essersi suicidato; il giorno seguente i giornali annunciarono la morte di Adriano Meis. Prima di giungere al suo paese passa a trovare il fratello Berto, che alla vista rimane esterrefatto. E' proprio qui che viene a conoscenza del matrimonio di Romilda con Pomino e perciò decide di rovinare tutto riprendendosi sua moglie. Tornato a Miragno e giunto in casa di Pomino trova addirittura una bambina, figlia dei due coniugi ed e' questa la ragione per cui Mattia infine decide di non riprendersi Romilda. Lo sgomento che suscita la ricomparsa di Mattia e' notevole tanto da mettere in agitazione Pomino, Romilda e la vedova Pescatore, che non lo sopportava. Nonostante la lunga litigata con questi, Mattia decide alla fine di riprendersi la sua vera identità, ma di non rovinare il matrimonio dei due e perciò si reca a farsi riconoscere dai concittadini, in particolar modo da don Eligio, e va a vivere insieme alla zia Scolastica. La frase conclusiva del libro: "Io sono il fu Mattia Pascal" significa che è ritornato ad essere ciò che era

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Ma non è una cosa seria ; Il giuoco delle parti / Luigi Pirandello ; con la cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi, un'introduzione e una bibliografia a cura di Corrado Simioni

Milano : Mondadori, 1971

Gli Oscar ; L39

Abstract: La trama si basa sulla paradossale decisione presa da Memmo Speranza, dongiovanni impenitente, di prendere moglie per non correre il rischio di sposarsi: vale a dire contraendo un matrimonio apparente, valido solo sul piano giuridico. Il singolare espediente eviterà infatti a Memmo, appena scampato alla morte nell'ennesimo duello con un "mancato cognato", ulteriori rischi matrimoniali, con relative complicazioni, vista la sua natura volubile che lo porta ad innamorarsi con estrema facilità ma poi, altrettanto rapidamente, a stancarsi del rapporto. La moglie prescelta è Gasparina, proprietaria di una pensione, donna umile e sottomessa, convinta di non esercitare nessuna attrattiva sugli uomini. E se per Memmo il matrimonio con Gasparina non è certo una cosa seria, è serissimo il patto che stringe con lei di consentirle una vita serena e agiata in una casetta di campagna di sua proprietà, sottraendola alle fatiche della pensione. La volubilità di Memmo lo porterà, alla fine, ad innamorarsi di Gasparina che, da donna insignificante e trasandata, è diventata bella e desiderabile. Egli si rende conto, dopo aver rincorso donne superficiali e leggere, che vale la pena di trasformare quel matrimonio in una cosa seria. Silia e Leone sono separati ma non legalmente per evitare lo scandalo e Silia ha come amante Guido. Una sera, mentre si trovava sola con Guido, viene disturbata da degli uomini ubriachi: tre signori e il marchesino Miglioriti. Essi la scambiano per una prostituta di nome Pepita che abita al piano sopra e la trattano quindi da tale; Silia, però, sta al gioco e rinchiude Guido (contro la sua volontà) nel salotto. Ad un certo punto Clara avvisa dell’accaduto i vicini che accorrono e difendono Silia, che nel frattempo ha voltato faccia ai quattro. Silia organizza (per essere ripagata del torto subito) un duello mortale del marchesino Miglioriti con il marito perché non presente e non avendola, quindi, difesa.Il marito, che nel frattempo era a casa con Filippo, viene informato della cosa ma rimane totalmente indifferente. Si cercano i due testimoni: Guido Venanzi e Barelli; viene avvisato il medico: il dottor Spiga. Il mattino del duello arrivano tutti e anche Silia, giunta per dare l’estremo saluto al marito (di cui però desiderava la morte), e lo trovano ancora a letto. Leone li informa che il vero sfidante al suo posto è Guido che, nonostante presente in quella serata a casa di Silia, non aveva fatto nulla per salvarla e di ciò Miglioriti se n’era accorto. Quindi Miglioriti ce l’aveva con Guido, non con Leone. Come previsto, essendo Miglioriti una delle lame più taglienti della città, Guido viene ucciso e Silia è disperata e pensa a quanto sia stata sciocca imbrogliare in tal modo il marito per poi perdere il dolce amante. Leone esulta e, giustamente, prende in giro la moglie

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936> - Simioni, Corrado

L' uomo solo / Luigi Pirandello ; con la cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi, un'introduzione all'opera e una bibliografia a cura di Corrado Simioni

Milano : Mondadori, 1969, rist. 1986

Gli Oscar ; 214

Fa parte di: Pirandello, Luigi <1867-1936>. Novelle per un anno / Luigi Pirandello

Abstract: L’impianto delle Novelle per un anno pare così essere debole, poco più che un pretesto per raccogliere in un’unità quello che fino ad allora era stata una produzione frammentaria. A poco a poco, durante la lettura, si compone il quadro che Pirandello vuole proporci: la rappresentazione della figura di ognuno di noi entro il proprio mondo. Un piccolo fatto di cronaca, un amore finito o mai cominciato, un lutto, una cattiva abitudine, tutto esplode nell’apparenza del semplice fatto che è, in realtà, la maschera dell’assurdo che l’autore ci vuole veicolare. E se fosse la cronaca stessa ad essere assurda? Non bisogna cadere nell’errore di considerare la vita di tutti i giorni come un mezzo per rappresentare l’assurdo, perchè essa è l’assurdo stesso. La globalità delle novelle è lo specchio del tutto: un implacabile e inesorabile frammentarsi. Nel racconto I pensionati della memoria troviamo la soluzione che evita la vertigine di questa consapevolezza, perché noi tendiamo a proiettare all'esterno la nostra vita -che, in realtà, giace tutta nella nostra interiorità- e, credendo che sia comune a ognuno, ci muoviamo in essa con la massima tranquillità. Ma con la morte non finisce la vita, ne termina solo l’illusione che ci siamo dipinti attorno. Si piange un morto perchè insieme a lui sostenevamo le nostre illusioni, davamo credito alle nostre e, vicendevolemente, alle sue. Una follia? Forse, ma non dimentichiamo che la follia non è mancanza di logica, di raziocinio; la follia, lungo tutte le Novelle per un anno, nasce dal troppo riflettere, dall’applicazione della rigorosità logica fino allo spasmo. Di sera, un geranio (novella del 1934) riassume mirabilmente tutto questo: vita, illusione, delusione, amore, paradosso, «...e la morte, questo niente della vita com’era». Riconosciamo la vita che sta dentro di noi solo perchè la possiamo proiettare sugli oggetti che ci circondano; morire è, così, perdere un corpo, ma anche il silenzio di tutti gli oggetti che ci hanno accompagnato e nei quali ora più nessuno può ritrovarsi. I personaggi, scorrendo le novelle, si muovono sulla scena a rappresentarci, a immiserirci. Cercano di insegnarci ad avere un po’ di compassione sia nei nostri confronti, che degli altri. Ci mostrano come, all’illusione del nostro mondo, si contrapponga la verità del mondo dell’arte: come sia difficile che riescano a comunicare tra di loro (vedi Il pipistrello); quanto l’autore sia solamente uno strumento in mano alla natura, perchè quest’ultima continui la sua opera perfezionando sempre più le sue creature dando esse quello che per l’uomo sarà sempre solo un miraggio: l’eternità (vedi La tragedia di un personaggio); e infine, mettendoci in guardia, ci mostrano come mai un uomo potrà avere la sua parte tra i personaggi: cercare di restare a cavallo tra i due significa perderli entrambi (vedi Mondo di carta). Il rapporto vita-arte, la morte, la follia, il grottesco del quotidiano: dietro la struttura debole che raccoglie la produzione novellistica di più d’un quarantennio stanno degli snodi concettuali, delle indicazioni, perchè non ci si perda nel labirinto delle varie vicende. Come ogni vera, grande opera, anche questa fa nascere un fiume di domande. Pirandello ci consiglia, tra le righe, di lasciar perdere, di non cercare di trovare le risposte: non ce ne sono. E, anche se ci fossero, non conterebbero nulla, perchè qualunque forma definita e stabile uccide la vita, eterna diffrazione.

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Pensaci Giacomino! ; La ragione degli altri / Luigi Pirandello ; con la cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi, un'introduzione e una bibliografia a cura di Corrado Simioni

Milano : Mondadori, 1969

Teatro e cinema

Abstract: Tratta da una novella pubblicata nel 1910 e rappresentata per la prima volta nel 1916 questa commedia di L. Pirandello e’ una delle piu’ serene, equilibrate e umane del suo vasto repertorio; la trama e’ semplice: il prof. Agostino Toti, settantenne, sposa, per beneficarla, la giovane figlia del bidello della scuola dove insegna; la bella Lillina infatti e’ stata scacciata dai genitori perche’ incinta e impossibilitata a sposare Giacomino, il fidanzato povero, che non puo’ mantenerla. Il professore pur essendo legalmente il marito di Lillina, la considera una figlia, accetta in casa le visite dell’amante Giacomino e si e’ affezionato al loro figlioletto Nini’ come un nonno; allorche’ inaspettatamente riceve una cospicua eredita’, fa assumere dalla banca che custodisce il suo denaro lo stesso Giacomino come impiegato. L’intera situazione e’ ovviamente causa di scandalo, invidia e malignita’ nella cittadina di provincia in cui vivono i protagonisti della storia: i genitori di Lillina, per salvare la faccia, rifiutano di frequentare la casa della figlia; il direttore della scuola dove insegna il professore, sollecitato dai genitori degli studenti, gli vorrebbe far dare le dimissioni; Rosaria, la sorella maggiore di Giacomino, pur di allontanarlo dalla scabrosa relazione, lo fa fidanzare con una sua amica e manda il suo confessore, padre Landolina, un prete falso e ipocrita, dal professore per farsi rilasciare un “attestato di innocenza” del fratello per quanto concerne le “dicerie” su di lui e sulla giovane Lillina.... Quando finalmente il vecchio professore capisce che sta per succedere qualcosa di grave alla sua protetta, prende il piccolo Nini’ e con quello si reca nella casa della signorina Rosaria e di Giacomino e convince quest’ultimo con la famosa frase “Pensaci, Giacomino! ” a tornare e a restare definitivamente nella sua vera famiglia, quella che lui gli ha regalato, formata da lui stesso, da Lillina e dal figlioletto, con tutti i vantaggi umani, affettivi ed economici che ne derivano, senza curarsi dei pettegolezzi, delle invidie e del perbenismo ipocrita della gente.

1
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

1 / Luigi Pirandello ; prefazione di Corrado Alvaro

Milano : Mondadori, copyr. 1956, rist. 1975

I classici contemporanei italiani

Fa parte di: Pirandello, Luigi <1867-1936>. Novelle per un anno / Luigi Pirandello ; prefazione di Corrado Alvaro

PirandelloLuigi.jpeg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

1 / Luigi Pirandello

Milano : Mondadori, 1958, (stampa 1985)

I classici contemporanei italiani

Fa parte di: Pirandello, Luigi <1867-1936>. Maschere nude / Luigi Pirandello

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Sei personaggi in cerca d'autore ; Enrico 4. / Luigi Pirandello ; con la cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi, un'introduzione e una bibliografia a cura di Carrado Simioni

Milano : Mondadori, 1966

Gli Oscar ; 233

Abstract: Nella «Prefazione» del 1925 l'autore spiega così la genesi della commedia: «Posso soltanto dire che, senza sapere d'averli punto cercati, mi trovai davanti, vivi da poterli toccare, vivi da poterne udire perfino il respiro, quei sei personaggi che ora si vedono sulla scena. E attendevano, lì presenti, ciascuno col suo tormento segreto e tutti uniti dalla nascita e dal viluppo delle vicende reciproche, ch'io li facessi entrare nel mondo dell'arte, componendo delle loro persone, delle loro passioni e dei loro casi un romanzo, un dramma o almeno una novella. Nati vivi, volevano vivere. E allora, ecco, lasciamoli andare dove son soliti d'andare i personaggi drammatici per aver vita: su un palcoscenico». in programma la prova mattutina del Giuoco delle parti di Pirandello. Arrivano il Direttore-Capocomico e, alla spicciolata, gli Attori; ultima, attesa e bizzosa, la Prima Attrice. Inizia la prova. L'usciere del teatro viene intanto ad annunciare al Direttore l'arrivo dei Sei Personaggi che dal fondo della sala, percorrendo il corridoio fra le poltrone, raggiungono il palcoscenico. Sono: il Padre sulla cinquantina; la Madre «velata da un fitto crespo vedovile»; la Figliastra diciottenne, «spavalda, quasi impudente»; uno «squallido Giovinetto di quattordici anni»; una «Bambina di circa quattro anni»; e «il Figlio, di ventidue anni, alto, quasi irrigidito in un contenuto sdegno per il Padre e in un'accigliata indifferenza per la Madre». Il Padre, che si fa portavoce del gruppo, dice, fra l'incredulità generale, che, gravati da «un dramma doloroso», essi sono personaggi in cerca d'autore. «Nel senso, veda», precisa al Capocomico, «che l'autore che ci creò, vivi, non volle poi, o non poté materialmente, metterci al mondo dell'arte. E fu un vero delitto, signore, perché chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte. Non muore più!». Rifiutati dall'autore, i personaggi propongono al Capocomico una «commedia da fare» , con un testo da concertare insieme sul dramma che urge dentro di loro. Così il Padre e la Figliastra cominciano a rivivere, sopraffacendosi reciprocamente, i passaggi dolorosi della vicenda che ha segnato le loro vite negate al mondo dell'arte. Dalle nozze fra il Padre e la Madre era nato il Figlio presto affidato a una balia di campagna. Il Padre, «uomo tormentato e tormentatore» aveva intanto notato una silenziosa intesa tra la moglie e il suo segretario e[...]

Luigi_Pirandello.jpg-imported from BMW2
0 0
Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Sei personaggi in cerca d'autore ; Enrico IV / Luigi Pirandello ; con la cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi, un'introduzione e una bibliografia a cura di Corrado Simioni

6a ristampa

Milano : Mondadori, 1975

Gli Oscar ; 233

Abstract: Nella «Prefazione» del 1925 l'autore spiega così la genesi della commedia: «Posso soltanto dire che, senza sapere d'averli punto cercati, mi trovai davanti, vivi da poterli toccare, vivi da poterne udire perfino il respiro, quei sei personaggi che ora si vedono sulla scena. E attendevano, lì presenti, ciascuno col suo tormento segreto e tutti uniti dalla nascita e dal viluppo delle vicende reciproche, ch'io li facessi entrare nel mondo dell'arte, componendo delle loro persone, delle loro passioni e dei loro casi un romanzo, un dramma o almeno una novella. Nati vivi, volevano vivere. E allora, ecco, lasciamoli andare dove son soliti d'andare i personaggi drammatici per aver vita: su un palcoscenico». in programma la prova mattutina del Giuoco delle parti di Pirandello. Arrivano il Direttore-Capocomico e, alla spicciolata, gli Attori; ultima, attesa e bizzosa, la Prima Attrice. Inizia la prova. L'usciere del teatro viene intanto ad annunciare al Direttore l'arrivo dei Sei Personaggi che dal fondo della sala, percorrendo il corridoio fra le poltrone, raggiungono il palcoscenico. Sono: il Padre sulla cinquantina; la Madre «velata da un fitto crespo vedovile»; la Figliastra diciottenne, «spavalda, quasi impudente»; uno «squallido Giovinetto di quattordici anni»; una «Bambina di circa quattro anni»; e «il Figlio, di ventidue anni, alto, quasi irrigidito in un contenuto sdegno per il Padre e in un'accigliata indifferenza per la Madre». Il Padre, che si fa portavoce del gruppo, dice, fra l'incredulità generale, che, gravati da «un dramma doloroso», essi sono personaggi in cerca d'autore. «Nel senso, veda», precisa al Capocomico, «che l'autore che ci creò, vivi, non volle poi, o non poté materialmente, metterci al mondo dell'arte. E fu un vero delitto, signore, perché chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte. Non muore più!». Rifiutati dall'autore, i personaggi propongono al Capocomico una «commedia da fare» , con un testo da concertare insieme sul dramma che urge dentro di loro. Così il Padre e la Figliastra cominciano a rivivere, sopraffacendosi reciprocamente, i passaggi dolorosi della vicenda che ha segnato le loro vite negate al mondo dell'arte. Dalle nozze fra il Padre e la Madre era nato il Figlio presto affidato a una balia di campagna. Il Padre, «uomo tormentato e tormentatore» aveva intanto notato una silenziosa intesa tra la moglie e il suo segretario e[...]